inosservato
A new project, work in progress, by Serena Marchionni and Daniele Cinciripini
Il mio corpo è parte della natura senza mai coincidervi totalmente, è rimasto inosservato, ai miei stessi occhi lungamente, quando credevo di guardare solo il mondo.
Prima di essere sguardo, pensiero, sono corpo, la vita è corpo, di carne è il paesaggio.
«se è vero che io ho coscienza del mio corpo attraverso il mondo, che esso è, al centro del mondo, il termine inosservato verso il quale tutti gli oggetti volgono la loro faccia, è anche vero, per la stessa ragione, che il mio corpo è il perno del mondo: io so che gli oggetti hanno svariate facce perché potrei farne il giro, e in questo senso ho coscienza del mondo per mezzo del mio corpo.»
Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, trad. A. Bonomi, il Saggiatore, Milano 1965, p. 130.
Sentivi il bisogno di misurarti con lo spazio, rimetterti al centro della relazione di sguardi tra te e i luoghi. Guardi l’inosservato: il corpo. Rifiuti ogni convenzione linguistica: rimani nudo.
La tua carne a contatto con quella del mondo, rinunci a ogni parte umana, sei cosa tra le cose,– forse non è così che l’avrebbe immaginato Merlau-Ponty, sono sicura che avrebbe apprezzato l’approccio radicale. Vivere la fenomenologia col corpo.
A carponi tra la vegetazione, strisci le ginocchia al suolo, ti eccita sinceramente il tocco gentile dei lunghi fili delle graminacee, sopporti i rovi verdi e giovani che s’allungano tra l’erba, l’ombra dei pioppi disegna sulla tua schiena. Ogni cosa è prossima, ogni cosa è carne e tu sei carne del mondo.
Esplori senza pregiudizi il reale, mettendo in questione anche il più antico buonsenso: i vestiti. Gli indumenti precludono al corpo tutta una gamma di sensazioni e sentimenti e quindi pensieri. Radicalizzare la propria esperienza nello spazio, rinunciando al conosciuto e al consueto, fondarsi nel qui e nell’ora nel timore di essere nudo, visto e vulnerabile. Ti ho visto uscirne animale, radicato in un sapere che è del corpo e di tutte le specie viventi.
testo di Serena Marchionni
il tratto di inchiostro nero riporta il tuo movimento nello spazio del bosco;
il bosco prima della performance